PRESENTATO IL "QUADERNO DI SPORT"
DEDICATO ALL'EX CALCIATORE MIMMO MECOZZI
17/12/2010
Quaderni di Sport Grottamarese
In una piacevole serata durata giusto 90 minuti, come una partita di calcio, è stato presentato lunedì 20 dicembre nell'incantevole scenario del Teatro dell'Arancio di Grottammare il primo volume dei "Quaderni di Sport Grottammarese" dal titolo "Mimmo Mecozzi: il roscio tutto polmoni".
La pubblicazione - curata da Michele Rossi - ripercorre in 32 pagine l'intera carriera dell'ex calciatore professionista che vanta 259 presenze in Serie B tra il 1956 ed il 1965 con le maglie di Sambenedettese, Lazio e Catanzaro. Un ricco album fotografico, una lunga intervista e la cronologia di tutti gli incontri disputati nella serie cadetta fanno da corollario a questo "quaderno" che vuole far conoscere alle nuove generazioni un giocatore da tenere sicuramente come modello: infatti Mecozzi era tutto cuore, temperamento, energia, coraggio ed abitudine alla sofferenza; il tutto nella massima correttezza (una sola espulsione in tutta la sua carriera, oltretutto in maniera a dir poco rocambolesca). Insomma, uno come Mimmo farebbe la fortuna di qualsiasi allenatore di oggi.
Moderati da Nazzareno Perotti, direttore di "Riviera Oggi", sono saliti sul palco molti ex compagni di squadra di Mecozzi, che hanno rallegrato la serata con aneddoti divertenti sul protagonista che ancora oggi - nonostante l'età - fa vita da atleta, moderandosi nel mangiare e andando a dormire la sera molto presto.
Dopo i saluti delle autorità presenti (il sindaco e l'assessore alla sport di Grottammare, rispettivamente Luigi Merli e Stefano Troli, nonché l'assessore allo sport della Provincia di Ascoli Piceno, il grottammarese Filippo Olivieri), ha iniziato a raccontare i suoi ricordi Edmondo Lorenzini: «Mimmo era la macchietta della Samb, dove andava faceva "casino", faceva gli scherzi e poi dava la colpa a me. Andava d'accordo con tutti, era impossibile non volergli bene». Lorenzini, a ben ragione, può essere considerato l'unico calciatore italiano ad aver vinto i quattro massimi campionati: la Serie D e la Serie C con il Sorrento, la Serie B col Brescia fino allo scudetto con il Bologna in Serie A (con il quale ha vinto anche una coppa europea, la Mitropa Cup). «La Samb - ha continuato - la porto nel cuore, perché mi ha lanciato e quei tempi per me sono stati bellissimi. Le soddisfazioni più grandi però me le sono tolte a Sorrento, dove ho vinto due campionati con presidente l'armatore Achille Lauro, il Moratti dell'epoca. Ma se sono arrivato ad alti livelli lo devo solo alla Sambenedettese».
Ha proseguito poi Angelo Buratti: «Io arrivavo dal Brescia, anche se ero di proprietà dell'Inter. Alla Samb ho ricordi indelebili e a Mimmo mi "lega" la posizione in campo: eravamo due mezzale e lo ricordo come un giocatore serio che correva sempre, non si fermava mai. Poi il grande mister Alberto Eliani ci arretrò entrambi sulla linea difensiva e Mimmo divenne quel grande calciatore che è stato». Sul filo dei ricordi ha continuato Paolo Beni: «Mimmo era simpatico, per bene, dava fastidio in senso buono. L'anno del mio arrivo alla Samb c'era un ottimo gruppo. Franco Causio a volte andava a ballare e Mimmo sull'autobus, nelle trasferte, gli dava gli schiaffetti per svegliarlo. Mimmo ha insegnato ai ragazzi come si sta in campo, durante tutta la sua carriera è stato espulso solamente una volta. Era un mito, non è paragonabile a nessun calciatore di oggi».
Ripescando nella memoria, l'ex portiere Dante Bendin ha ricordato: «Mimmo aveva ed ha ancora oggi una grande dote, l'ironia. In trasferta era un rilassamento, tra di noi era l'elemento più simpatico e più amorevole, aveva doti umane fantastiche. All'inizio era taciturno, ma appena si stringeva confidenza diventava un mattacchione. Io l'ho conosciuto quando tornò alla Sambenedettese, dopo nove anni di Serie B: nonostante avesse avuto una carriera importante, non lo faceva pesare a nessuno di noi. Anzi per molti giovani, Franco Causio in primis, fu una chioccia con i suoi consigli sempre utili e al momento giusto».
Ha concluso Ivo Di Francesco: «Poche cose da dire su Mimmo: per noi giovani era un esempio da seguire. Non ci ha mai fatto "pesare" la sua carriera, anzi, come ha ricordato Bendin, era prodigo di consigli. Un gran bel signore, oltreché un ottimo calciatore².
In platea presenti anche gli ex calciatori della Sambenedettese Alfiero Caposciutti, Alceo Galiè ed Arcadio Spinozzi, nonché molti ex compagni di Mecozzi nella Robur Grottammare e nel Tolentino, oltre agli amici di sempre e ai compaesani che gli hanno tributato, al termine, un lungo applauso per aver portato il nome di Grottammare agli onori della cronaca nazionale.
Appuntamento al prossimo anno con il secondo volume dei "Quaderni di Sport Grottammarese", questa volta dedicato ad Antonio Brutti, il maratoneta che partecipò anche alle Olimpiadi di Monaco nel 1972.
Nella foto di Secondo Capriotti: da sinistra Mimmo Mecozzi, Paolo Beni, Angelo Buratti, Edmondo Lorenzini, Dante Bendin ed Ivo Di Francesco.