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DON ELIO JACOPINI UOMO DI SPORT

07/08/2011

Riceviamo e pubblichiamo
  • DON ELIO JACOPINI UOMO DI SPORT
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Chi si reca nel piazzale antistante alla chiesa di Piane di Falerone nota con curiosità un piccolo monumento dedicato a don Elio Jacopini parroco di Piane dal dopoguerra fino al giorno della sua scomparsa: 29 dicembre 1982. Se non appartiene alla vecchia generazione dei pianaroli osserva, con un po’ di meraviglia, che sul piedistallo del monumento c’è un cappello piumato da bersagliere ed un breviario. Solo leggendo la dedica può intuire che don Elio, nell’ultima guerra, è stato il cappellano militare dei bersaglieri impegnati con i reparti alleati sulla linea gotica e successivamente un eccellente sacerdote ed educatore nella parrocchia di Piane di Falerone. Pochi però ricordano che fu un eccezionale uomo di sport. Alcuni dei suoi “ragazzi” avrebbero sicuramente gradito che ai piedi del monumento oltre al cappello ed al breviario ci fosse anche un pallone di calcio. Alla fine degli anni 50 alcuni operai della costruenda chiesa gli chiesero di poter utilizzare un po’ del terreno adiacente alla nuova costruzione per poter dare quattro calci ad un pallone. La cosa piacque a don Elio e non solo acconsentì ma finanziò l’iniziativa ed approfittò dell’occasione per raccogliere intorno a se tutti i giovani della parrocchia che fino ad allora si dividevano in fazioni (“quelli de lu puzzu, de la madonnetta, dell’osteria, de li munti, de li chiacchierì, de li gubi ecc”), si guardavano in cagnesco e quando si incontravano se le davano di santa ragione. Li coinvolse nella costruzione di un campetto da calcio orientato parallelamente all’allora via Matenana, oggi viale della Resistenza, a ridosso dei ruderi dei due monumenti funebri dell’antica Faleria (Falerio Picenus). Non pago di ciò nel 1948 pensò di fondare una squadra di calcio il cui nome “FOLGORE” evocava il suo trascorso militare. Inoltre organizzò il famoso torneo Valtenna che trasformò il vecchio campanilismo tra le frazioni di Piane in un sano campanilismo tra i paesi della vallata. Da allora fino all’altro ieri il torneo Valtenna, anche se con alterne vicende e con alcune interruzioni, si è disputato una trentina di volte. Prima che dalla memoria collettiva scompaia è opportuno ricordare l’importanza che questo torneo e quindi il suo ideatore e finanziatore hanno avuto per la crescita del movimento calcistico di tutta la Valtenna. Attualmente sono una sessantina le società calcistiche fermane che hanno partecipato lo scorso anno ai campionati federali nelle varie categorie. In pratica più di una per paese. Come e facile verificare consultando la “Rassegna Picena dello sport”, (antesignano almanacco delle squadre picene del 1955) le squadre fermane che quell’anno parteciparono ai vari campionati FIGC si potevano contare sulla punta delle dita di una sola mano (Fermana, Sangiorgese, San Crispino e San Marco Servigliano). La differenza tra i due dati è notevolissima. Pochi però ricordano, per motivi anagrafici, che nel lontano 1955 già da diversi anni veniva disputato a Piane di Falerone il glorioso torneo Valtenna e quell’anno nientemeno era già alla sesta edizione. La mancanza di campi di calcio regolamentari, la penuria di sponsor, le proibitive trasferte di tipo regionale sconsigliava agli appassionati di calcio dei vari paesi di prendere parte a regolari campionati. Naturalmente la loro grande voglia di calcio veniva soddisfatta con la partecipazione al torneo Valtenna. In primavera inoltrata i giovani dei vari paesi si ritrovavano nei bar o nelle barberie ed organizzavano una squadra per disputare le 3-4 partite previste dal torneo ed integravano i ruoli mancanti alle proprie formazioni con elementi delle compagini maceratesi ed ascolane di quarta serie o di promozione. Nelle domeniche dei mesi estivi si recavano a Piane di Falerone e o giocando o tifando per la squadra del cuore, partecipavano alla inevitabili prese in giro e a qualche scazzottata finale e ritornavano contenti ai rispettivi paesi dandosi l’appuntamento per la prossima partita o per il torneo dell’anno successivo. Il torneo Valtenna è stata un autentica incubatrice per le future squadre dei vari comuni: Montappone, Massa Fermana, Montegiorgio, Magliano di Tenna, Rapagnano, Torre S. Patrizio, Monte San Pietrangeli, Corva, Marina Picena, Grottazzolina, ecc… . Naturalmente questo è solo un parziale elenco dei paesi che nei vari anni hanno preso parte al torneo. L’importanza della competizione pianarola per la crescita del movimento calcistico fermano è stata notevolissima e se ne resero conto anche i dirigenti della FIGC di Ancona. In modo particolare dal dr. Camilletti quando permise a don Elio di organizzare il torneo sotto l’egida della FIGC nonostante la Folgore non fosse una società affiliata, il campo non fosse regolamentare e le squadre composte da solo 9 elementi. Tutte cose che i regolamenti federali vietavano, ma che il buon senso ed alcuni escamotage permisero. Così negli anni ‘50 e ’60, grazie al dinamico don Elio ideatore e finanziatore, il torneo ingigantì la voglia di calcio degli abitanti dei vari paesi fermani costringendo le amministrazioni comunali a costruire campi di calcio regolamentari e contribuendo a far aumentare, anno dopo anno, le squadre affiliate alla FIGC. Inevitabilmente il Valtenna con il passare degli anni ha perso lentamente la caratteristica di essere ”uno dei più elettrizzanti tornei estivi delle Marche” ma in compenso il movimento calcistico fermano si è irrobustito notevolmente diventando la splendida realtà che si può ammirare oggi. GRAZIE DON ELIO per la tua lungimiranza! Pierangelo Castellucci

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